Mentre gli esploratori si aprono la strada verso l’immensa montagna, avvertono di essere osservati da qualcosa di minaccioso e malevolo, e la sensazione aumenta con l’avvicinarsi della meta. Forse sono gli occhi dei primitivi dalla pelle tatuata e pallida che li seguono fra le ombre, armati con coltelli e lance di selce. O forse è lo sguardo etereo della montagna, che li osserva in attesa.
Succede qualcosa di strano a coloro che combattono nelle profondità di Beastgrave. Più si addentrano fra le gallerie, combattono i nemici e spargono fiumi sangue sulle rocce assetate della montagna, tanto più diventano rapaci e selvaggi. I sensi si acuiscono; l’aggressività aumenta; i passi diventano un incedere predatore, le armi familiari come zanne e artigli, le gallerie e le caverne un territorio da difendere violentemente. In questo modo, la coscienza di Beastgrave penetra l’anima di chi si aggira nelle sue profondità e la corrompe per i propri crudeli fini.